A TUTTI COLORO CHE SONO INTERESSATI

Per come ho avuto modo di scrivere in passato, vista la posizione di soggetto pubblico che deve rendere conto del proprio operato anche al di fuori della sfera politica, oggi credo che sia opportuno portare a conoscenza di tutti coloro che sono a vario titolo interessati alla vicenda giudiziaria legata al fallimento dell’U.S. Catanzaro alcuni passaggi fondamentali che, nell’insieme, permettono di avere una sommaria informazione sia delle ipotesi di accusa che dei fatti e degli atti che sono stati prodotti per contestare le stesse (con le relative sentenze), in attesa del dibattimento durante il quale le tesi difensive saranno integrate anche da prove testimoniali.

In particolare, i vari passaggi della vicenda giudiziaria, si possono cosi sintetizzare.

  • Aprile 2011: conclusioni delle indagini, che hanno avuto inizio, nell’anno 2006 con sequestro per equivalente sulla base del fatto che la società aveva avuti i “contributi” dalla provincia, dal comune e dalla lega calcio, e quindi reato di truffa aggravata per il conferimento di somme da parte di enti pubblici.
  • Aprile 2011: il Tribunale del riesame rigetta il sequestro perché i cosiddetti “contributi” del Comune e della Provincia erano corrispettivi per regolari contratti di sponsorizzazione, regolarmente fatturati, mentre la Lega viene inquadrata come ente privato i cui corrispettivi sono legati ai diritti televisivi ed alle scommesse, che sono di proprietà della società.

Alla sentenza del Tribunale del riesame il P.M. fece ricorso in Cassazione che rinvio allo stesso Tribunale per specificare solo la natura della FIGC. Il Tribunale del riesame ha riconfermato la versione per cui si spera di aver chiarito il reato di truffa aggravata per i corrispettivi avuti dagli enti sopra citati che, in ogni caso, non coprivano nemmeno i contratti al lordo di 6/7 calciatori.

Altra ipotesi di accusa riguarda i lavori allo stadio Ceravolo fatti per poter disputare il campionato di serie B, definiti, nelle carte dell’indagine, dapprima inesistenti e dopo non completati e non autorizzati. Da ciò le ipotesi di false fatturazioni e quindi falso in bilancio. Il Tribunale civile ha già valutato la stessa documentazione trasmessa in sede penale concludendo che “i lavori allo stadio sono stati completamente eseguiti e quindi la spesa indicata in bilancio è stata effettivamente sostenuta”.

Il fatto strano, in questa ipotesi di accusa, è che non risultano indagati ed oggi imputati coloro che materialmente hanno eseguito i lavori ed emesso le fatture, i fornitori, i direttori dei lavori ed i tecnici (della Lega e della Prefettura) che hanno rilasciato le autorizzazioni.

Ulteriore ipotesi di accusa è la parziale restituzione ai soci di anticipazioni fatte e regolarmente riportate in bilancio, appostate nell’apposito capitolo. Le stesse anticipazioni vengono invece contestate ed inquadrate nel reato di bancarotta fraudolenta. Anche in questo caso il Tribunale civile ha ritenuto corretta l’operazione contabile mentre va sottolineato come una perizia ordinata dai P.M. nel 2007 ha dimostrato che, solo nel periodo 2003-2005, il sottoscritto ed il gruppo a me riconducibile, ebbe a versare 5.423.000,00 euro (a fronte di una restituzione di 614.000,00 euro, per operazioni commerciali regolarmente riportate in bilancio), a cui vanno aggiunte le ricapitalizzazioni come soci di minoranza degli anni 2001/2002 e 2002/2003, le sponsorizzazioni delle imprese del gruppo ed altre voci, tutte riportate in bilancio, per un totale che supera i 10 milioni di euro.

A parte il fatto che la gestione amministrativa è stata improntata sempre nella massima correttezza e trasparenza, dove tutto è riportato fedelmente nei bilanci, valutati anche da soggetti terzi come la Covisoc (Commissione Vigilanza Società Calcistiche) che ha dato l’ok per il ripescaggio, un anno in serie C1 ed uno in serie B, va sottolineato il fatto di non aver mai avuto una denuncia da parte del collegio sindacale sul mio operato e lo stesso collegio sindacale non risulta imputato. Ed allora, può essere verosimile che chi intenda ordire una bancarotta mette 10 milioni di euro per prelevarne circa 600 mila e riportare tutto fedelmente in bilancio?

Quindi, riassumendo, ci sono sentenze già passate in giudicato e pronunciate in sede civile e penale che hanno escluso il fumus delicti e questo rende fiduciosi sulla definizione, prima possibile, di questa storia kafkiana che sto combattendo dall’anno 2005 allorquando si abbattè uno tsumani sulla società e sulla squadra che io non potevo contrastare se non con le armi della legalità, sebbene risultò inutile ogni mia denuncia, sia pubblica che nelle sedi deputate, quasi a voler rappresentare il paradigma di una delle tante storie calabresi dove il coraggio di denunciare rischia di rappresentare solo un mero atto di civiltà ed onestà che, quasi mai, produce effetti concreti.

Ma la fiducia nella magistratura è totale, soprattutto per la professionalità dei giudici che operano nel distretto di Catanzaro, per cui sono convinto che fra non molto si ristabilirà la verità storica di quel disegno costruito non certo per l’interesse ad una squadra di calcio. Verità che devo ai veri tifosi, ai miei amici e a tutte quelle persone che mi hanno dato la loro fiducia nel rappresentarli in consiglio regionale dove sono stato eletto nonostante lo sciacallaggio mediatico di questa vicenda, utilizzata con sapienza da squallidi personaggi, trasversali, che fanno i moralizzatori a corrente alternata, l’antimafia a parole e che nella loro vita conoscono solo l’invidia dei mediocri.
Catanzaro, Maggio 2013